martedì 17 gennaio 2017

2016, l'anno delle svolte che non hanno (ancora) cambiato nulla

Italia, Europa, Mondo. Possiamo usare questo ordine crescente a livello geografico per riassumere le svolte avvenute quest'anno.
Il 2016 è stato un anno di grandi avvenimenti nonostante gli effetti stentino a verificarsi. Trump non si è insediato, la Brexit è ancora nel limbo e il referendum italiano per ora ha prodotto solamente le dimissioni di Renzi. Tutto sembra fermo in questo inizio di 2017. La quiete prima della tempesta. Le scelte che più o meno consciamente sono state prese dai governi e dagli elettori determineranno le dinamiche politiche, militari, economiche e migratorie che ci apprestiamo a vivere in questo 2017.


Italia, un No costituzionale
La larga vittoria del No al referendum costituzionale del 4 Dicembre 2016 è forse l'evento che ha avuto i maggior risvolti politici, addirittura immediati. Infatti la sera stessa del Referendum l'ex premier Matteo Renzi ha rassegnato le proprie dimissioni. Renzi stesso aveva annunciato che si sarebbe ritirato dalla politica in caso di sconfitta, dimostrandosi coerente con le proprie parole.
La coerenza però non è l'unica motivazione che ha portato a questa scelta.
  • Il risultato infatti è andato anche oltre le peggiori previsioni del politico fiorentino certificando un forte malcontento verso il suo governo. 
  • Uscendo dai riflettori della scena politica Renzi ha sottratto una facile sponda ai suoi principali competitor (Lega Nord e Movimento 5 Stelle su tutti). Non è un caso infatti che il livello dello scontro verbale si sia attenuato. Il M5S è stato occupato con i propri problemi nel comune di Roma e la propaganda anti-immigrazione della Lega si è affievolita. 
  • Quello di Gentiloni sarà con molta probabilità un governo anonimo senza particolari iniziative. Renzi spera di rientrare in gioco facendo passare di sè l'immagine del giovane che ha provato a portare il 'cambiamento' senza riuscirci per colpa delle altre forze che hanno preferito la 'conservazione'. La situazione è un po' più complessa ma potrebbe funzionare per farlo rieleggere in quanto attualmente manca una leadership altrettanto forte da insidiarlo.
Il cambiamento più duraturo verrà però dalla nuova legge elettorale. A fine Gennaio si pronuncerà la corte costituzionale per quanto riguarda i ricorsi contro l'Italicum. É probabile che l'italicum venga bocciato o comunque fortemente modificato, eliminando alcune delle caratteristiche principali di questa legge elettorale come il ballottaggio o il corposo premio di maggioranza.
Questa decisione potrebbe risultare ininfluente se in parlamento dovesse essere trovato un accordo su una nuova legge elettorale. Ad oggi le opzioni più probabili sembrano essere queste: 

  • Consultellum 2.0 ovvero un italicum modificato con la sentenza della Corte costituzionale. Sarebbe la strada più breve perché consegnerebbe una legge elettorale già pronta per il voto
  • Mattarellum. Partendo dalla proposta che dell'attuale presidente della Repubblica Mattarella, si tratta di un ibrido fra proporzionale e maggioritario. È l'opzione preferita di Matteo Renzi
  • Proporzionale. Ultimamente si sono moltiplicate le richieste di un ritorno al proporzionale, con uno sbarramento da stabilire. È l'opzione preferita di Berlusconi, in quanto sarebbe l'ago della bilancia per la formazione di un governo.
Tutte queste ipotesi sono importanti prima di tutto perché oltre a decretare gli eletti in parlamento determineranno le scelte dei vari partiti, la morte di alcuni di essi, la marginalità di altri o la nascita di altri ancora.

Europa, Brexit? Si, No, più o meno
Sono passati 6 mesi ormai da quando Theresa May ha assunto il comando del Regno unito successivamente al rederendum sull'Europa concesso da David Cameron. L'ex premier infatti, dopo averlo promesso durante la campagna elettorale del 2015 per incassare il sostegno della popolazione maggiormente euroscettica, fu costretto a mantenere la parola data anche se non sia spettava una vittoria del 'Leave'.
Insomma a 6 mesi dal referendum nessuno sa se e come avverrà questa Brexit. Il paese è diviso fra chi ancore si dice contrario ad abbandonare la Comunità Europea, fra chi spera in una 'Strong Brexit' e chi in una 'Soft Brexit' . Lo stesso partito conservatore, al governo è diviso.

Si trattava di un referendum consultivo e quindi non vincolante, ma con molta probabilità verrà seguita l'indicazione che hanno dato gli elettori (e l'avvicendamento fra due esponenti dei conservatori come Cameron, europeista e Theresa May, euroscettica, ne è la prova). Bisogna vedere come questo sarà fatto:
  • Strong Brexit significherebbe scegliere di rimanere esclusi dal mercato europeo. Il rischio neanche troppo lontano è quello di rimanere isolati senza contare i problemi lavorativi che avrebbe il gran numero di immigrati in UK, spesso lavoratori altamente specializzati. Inoltre questa possibilità farebbe insorgere i paesi che hanno votato 'Remain' come la Scozia e l'Irlanda del Nord (e la stessa città di Londra). La Strong Brexit porterebbe ad un repentino avvicinamento agli Usa che sarebbero il naturale sbocco economico e politico per un Regno Unito isolato
  • Soft Brexit significherebbe essere formalmente fuori dall'Europa anche se per adeguarsi al suo mercato UE sarebbe giocoforza costretta ad adottare buona parte delle norme vigenti. Inoltre perderebbe il diritto di essere rappresentata nel Parlamento Europeo e perderebbe peso politico per influenzare le stesse scelte politico-economiche che si troverebbe costretta ad accettare.

Trump, shock americanoL'evento che però ha segnato maggiormente questo 2016 è stata la vittoria alle lezioni presidenziali degli USA del miliardario uomo di spettacolo Donald Trump. Si sono scritti fiumi di parole sulla sua elezione, quel che ci interessa è vedere come questa cambierà le sorti del mondo (piaccia o no le redini del paese più importante del mondo sono in mano a Trump, nonostante egli sia limitato dal Congresso e dal suo stesso partito)

  • Politica estera Trump apprezza il presidente Russo Vladimir Putin. Usa e Russia potrebbero passare da essere peggior nemici ad alleati o comunque in ottimi rapporti. Peggioreranno invece i rapporti con la Cina come certificano i primi attriti legati alla questione del Taiwan
  • Siria Sul fronte siriano l'elezione certificherà probalmente un allontanamento ulteriore degli USA dalla Turchia. Lo staff di Trump ha infatti dichiarato che gli Stati Uniti saranno il miglior alleato delle Sirian Democratic Forces (SDF, il gruppo militare formato da curdi e alcuni gruppi arabi, assiri e armeni) visti dalla Turchia di Erdogan come pericolosi nemici
  • Ambiente Durante la campagna elettorale Trump ha detto che il riscaldamento globale è un'invenzione dei cinesi. Il nuovo presidente non seguirà la linea tracciata da Obama di attenzione verso l'Accordo di Parigi. Bisogna dire però (e per fortuna) che il mercato delle energie rinnovabili negli USA è abbastanza avviato e difficilmente smetterà di crescere
  • Economia Trump porterà avanti una politica protezionistica. Imporre dazi ad esempio nei confronti del Messico (ripetutamente accusato in campagna elettorale) porterà l'effetto uguale ed opposto nei confronti degli USA. E' vero che gli americani hanno la forza finanziaria ed industriale per sostenere questa politica economica (e sono l'unico paese che potrebbe permetterselo) ma alla lunga potrebbe indebolire l'economia americana
  • Sanità Uno dei bersagli preferiti di Trump è la riforma sanitaria fatta Obama rinominata appunto Obamacare. E' probabilmente che la riforma che ha segnato maggiormente le amministrazioni Obama cercando di assicura una copertura sanitaria a 13 milioni di persone e che verrà eliminata o fortemente modificata da Trump


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